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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum III,20
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originale
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[20] "Optime", inquit Cotta."Itaque quoniam quattuor in partes totam quaestionem divisisti de primaque diximus, consideremus secundam; quae mihi talis videtur fuisse, ut, cum ostendere velles, quales di essent, ostenderes nullos esse. A consuetudine oculorum animum abducere difficillimum dicebas, sed, cum deo nihil praestantius esset, non dubitabas, quin mundus esset deus, quo nihil in rerum natura melius esset: modo possemus eum animantem cogitare vel potius ut cetera oculis, sic animo hoc cernere.
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traduzione
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20. ? Benissimo ? riprese allora Cotta. ? Visto che in tutta la questione hai distinto quattro momenti e del primo
si ? gi? parlato, non ci resta che considerare il secondo. A me per? sembra che esso abbia sortito un solo effetto, quello
di far s? che proprio nel momento in cui ti sforzavi di chiarire la natura degli d?i ne dimostravi implicitamente
l'inesistenza. Che sia molto difficile astrarre il pensiero dalle sensazioni visive sei stato tu a dirlo, ma non hai poi esitato
a sostenere, partendo dal concetto della superiorit? assoluta della divinit?, che il mondo si identifica con essa divinit?
per il solo fatto che nulla vi ? nella realt? di superiore al mondo. Magari potessimo davvero immaginare il mondo come
fornito di vita, o, meglio, fossimo in grado di percepire questa realt? con gli occhi dell'anima cos? come percepiamo con
gli occhi sensibili tutti gli altri oggetti!
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